

Domenico Scarlatti o anche “Mimmo” come veniva affettuosamente chiamato, aveva una visione molto chiara del possibile e dell’impossibile del facile e del difficile e questo emerge non solo dalle sue sonate ma anche dalle Sinfonie tra cui la Sinfonia n.1 in La maggiore.
Il suo coraggio, questo “gioco ardito” come lui amava definirlo, si spinge fino agli estremi della tecnica strumentale e compositiva.
La forma di queste sinfonie sfugge ad ogni logica formale in voga nel loro tempo. La funzione era quella di strabiliare, emozionare.
Generalmente divise in tre tempi superando la struttura della suite, non danno luogo ad artifizi di sviluppo, si presentano come pensieri compiuti e non modificabili.
Il gioco ardito non è solo armonico, ma ritmico e melodico. Nella sinfonia n. 4 il genio scarlattiano anticipa sonorità che saranno di Rossini e nella sinfonia n. 7 nel terzo movimento viene fuori tutta la
solarità della musica della città che lo ha generato, Napoli.
Scheda tecnica
Riferimenti Specifici